Scopriamo perchè alcune informazioni restano accessibili per un periodo di tempo considerevole. Le sensazioni che ci evocano e il significato che diamo ai nostri ricordi
Fra tutti i principali tipi di memoria, ciò che corrisponde maggiormente all'idea che tutti noi abbiamo della memoria è sicuramente la memoria a lungo termine.
Questa rappresenta l'informazione che viene mantenuta per periodi di tempo di durata molto considerevole.
In realtà però c'è chi sostiene che le informazioni riposte nella memoria non scompaiano mai, ma semplicemente col passare del tempo diventano sempre meno accessibili.
Tutto ciò presume quindi che il ricordo del proprio nome di battesimo, di come si fa a parlare, di dove abbiamo vissuto la nostra infanzia, o di ciò che abbiamo fatto fino lo scorso anno, o anche 5 minuti fa, dipenda quindi dalla memoria a lungo termine.
Questa memoria quindi si occupa innanzitutto dell'immagazzinamento dell'informazione.
Per gli studiosi della materia l'espressione "memoria a lungo termine" si riferisce a informazioni immagazzinate in modo sufficientemente durevole da poter essere accessibili per un periodo di tempo superiore ad alcuni secondi.
Questo perchè in linea generale, un episodio verificato dopo pochi minuti minuti viene ricordato in modo molto del tutto simile a un ricordo di alcuni giorni fa, o persino di anni.
Lo stesso però non vale per il ricordo verificato esattamente in questo momento.
Un problema molto dibattuto ancora oggi e che riguarda la memoria a lungo termine è se questa sia un sistema unitario.
Di solito la memoria a lungo termine viene suddivisa in due categoria: episodica e semantica oppure percettuale; in ogni caso è bene sottolineare che due persone che ricordano la stessa cosa lo faranno sempre in modo diverso.
Memoria a lungo termine episodica e semantica. Lo psicologo canadese Endel Tulving fu il primo ad introdurre un ulteriore distinzione: la memoria episodica, che implica il ricordo di fatti particolari, come il pranzo di oggi, e la memoria semantica, che riguarda essenzialmente la sfera delle proprie conoscenze.
La conoscenza di una parola, di una formula chimica o di una capitale di Stato sono tutti utili esempi di memoria semantica.
Sicuramente ci sono grosse differenze fra ricordi specifici di eventi che riguardano una persona e conoscenza generalizzata, la quale è stata acquisita nel corso di un periodo di tempo considerevole.
Non è ancora sicuro se questi rappresentino sistemi di memoria separati o aspetti diversi di un singolo sistema.
La Memoria percettuale a lungo termine. Quasi tutte le ricerche sulla memoria umana si sono basati sull'uso delle parole, facili da presentare, da registrare e da valutare quantitativamente.
In questi anni i ricercatori si sono spesso interrogati se il ricordo di sequenze verbali sia rappresentativo di tutti i tipi di memoria, e in particolare se il ricordo di esperienze personali non esprimibili a parole non si fondi su un sistema di memoria completamente diverso.
Per comprovare tutto questo basti pensare a come siamo in grado di ricordare il sapore di un cibo o il forte odore di un materiale o il suono del mare senza usare descrizioni verbali di queste esperienze.
Esistono quindi sistemi separati di memoria uditiva e visiva o un sistema di memoria unico in grado di codificare tutte le nostre esperienze?
Se si adotta quest'ultimo approccio, molto di ciò che impariamo a livello verbale è tale solo nella misura in cui il materiale è presentato a parole e il soggetto risponde allo stesso modo; quel che viene immagazzinato nel nostro cervello sarebbe quindi l'esperienza evocata dalle parole comprese.
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I primi esperimenti scientifici sulla Memoria
Come nasce lo studio della memoria: grazie a sequenze di parole senza significato imparate a memoria si scoprì come opera il cervello per immagazzinare informazioni
Lo studio scientifico della memoria iniziò poco prima del 900 quando il filosofo tedesco Hermann Ebbinghaus formulò un ipotesi davvero rivoluzionaria per l'epoca, ovvero che la memoria potesse essere studiata a livello sperimentale.
Avanzando questa tesi egli ruppe una tradizione millenaria che assegnava senza esitazione lo studio della memoria alla filosofia anzichè alla scienza.
Il significato aiuta il ricordo
Una parola o una frase può essere appresa con più semplicità se nella nostra mente è possibile associare ad essa un'immagine concreta.
Un fattore davvero fondamentale per determinare se una qualsiasi informazione sarà appresa e ricordata è sicuramente la misura della significatività in colui che dovrà apprenderla.
Ebbinghaus si sforzò deliberatamente di evitare le complicazioni del significato adottando una strategia che consisteva nel leggere molto rapidamente i suoi testi privi di senso e nel rifiutarsi categoricamente di pensare a qualsiasi associazione che avesso un significato.
La memoria a breve termine
Spesso per risolvere un problema abbiamo bisogno di informazioni intermedie, che successivamente al loro utilizzo non saranno più necessarie e potranno quindi essere dimenticate.
Per capire una frase, non necessariamente di senso compiuto, occorre ricordarne l'inizio, e poi ogni parola successiva fina a quando non si è giunti alla fine.
In assenza quindi di un qualche tipo di ricordo delle parole e dell'ordine in cui esse si presentano, il linguaggio sarebbe completamente incomprensibile. Supponiamo che ci venga chiesto di moltiplicare mentalmente due numeri a caso di 2 cifre.
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Innanzitutto spieghiamo cosa si intende con il termine di memoria: essa descrive l'insieme dei processi attraverso cui ciò che viene appreso rimane conservato nell'individuo in forma più o meno completa e per un periodo di tempo più o meno lungo.
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Altri tipi di memorie sono: le memorie a semiconduttore costituite da un insieme di celle elementari ciascuna delle quali è in grado di contenere bit (unità di informazione), immagazzinato sotto forma di carica elettrica su un piccolo condensatore.
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